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Mompracem, l’isola dei pensieri naufraghi

È qui che immagino finiscano le ispirazioni, i pensieri che naufragano nell’oceano della quotidianità, in balia delle tempeste del sovraccarico sensoriale, travolti dai vortici incessanti di notifiche, informazioni frammentarie e immagini che si susseguono come onde che non danno tregua. La sovraesposizione mediatica è un vento costante che soffia, spingendo lontano la riflessione autentica, mentre la routine si trasforma in una corrente invisibile che risucchia ogni slancio creativo verso i fondali dell’abitudine, dove tutto si appiattisce, si omologa, si spegne.

Mompracem è il rifugio per coloro che hanno perso il proprio regno e che decidono di continuare a lottare, una lotta impari, senza alcuna speranza di vittoria, una lotta epica contro l’appiattimento culturale, contro l’omologazione, contro la continua ricerca di stimoli sempre più forti, contro l’ottundimento della mente. È il luogo degli spiriti indomiti, dove la battaglia si combatte con le armi dell’immaginazione, della parola, dell’arte. Qui, ogni pensiero che sembrava affondato trova una nuova vita, come un relitto che riemerge alla luce, carico di storie mai raccontate.

Mompracem è un ideale, una frontiera tra ciò che ci viene imposto e ciò che scegliamo di essere. Ed è qui, in questo rifugio dello spirito, selvaggio e libero, che si può immaginare la riconquista del regno perduto: un regno che non si misura in terre o corone, ma nella naturalezza dell’essere umano, nella possibilità di vivere senza catene visibili o invisibili. È la felicità intesa come un ritorno a una condizione originaria, dove l’individuo esprime liberamente la propria essenza, senza filtri o maschere, senza il peso dei condizionamenti esterni o delle prigioni interiori. È la ricerca della propria natura autentica, quella che l’incessante tempesta della modernità tenta di seppellire sotto cumuli di immagini e aspettative, ma che qui, a Mompracem, può ancora brillare come un fuoco indomito nella notte. Qui, la battaglia è per ritrovare se stessi e, con ciò, riconquistare quel regno intimo e inalienabile che è la vera essenza dell’essere umano.