Tutti conosciamo l’immagine delle tre scimmie: una si copre gli occhi, una le orecchie e una la bocca. Questa rappresentazione risale al Giappone del XVII secolo, dove troviamo la sua prima manifestazione nel santuario Tōshōgū di Nikkō, dedicato al potente shogun Tokugawa Ieyasu.
Le “tre scimmie sagge”, chiamate in giapponese Mizaru (non vedere), Kikazaru (non sentire) e Iwazaru (non parlare), sono state interpretate in modi diversi nel tempo. Si pensa che originariamente fossero collegate al dio giapponese Saruta Hito no Mikoto e simboleggiassero la protezione dal male. Con il tempo, però, l’interpretazione più diffusa è diventata quella morale: non vedere, non sentire e non parlare del male.
L’Interpretazione Tradizionale
La lettura tradizionale delle tre scimmie è legata a un proverbio di etica e comportamento: “non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male”. Questo significa evitare di esporsi a ciò che è negativo e di contribuire alla diffusione di malvagità o sofferenza. La scimmia con le mani sugli occhi invita a distogliere lo sguardo dal male; quella con le mani sulle orecchie a non ascoltarlo; e quella con la bocca coperta a non parlarne.
In alcune culture, però, l’immagine delle tre scimmie è stata vista anche in modo più critico, come un simbolo di “ignoranza volontaria” – una sorta di atteggiamento del “faccio finta di niente” di fronte all’ingiustizia o all’immoralità.
La mente-scimmia
In varie tradizioni orientali, la mente è spesso paragonata a una scimmia: una “mente-scimmia” irrequieta e distratta, che salta da un pensiero all’altro senza sosta. Ispirandomi a questa lettura simbolica, ho immaginato che le tre scimmie possano rappresentare, in modo metaforico, diversi stati della mente umana, delineando un percorso interiore progressivo verso la calma e la consapevolezza.
- La scimmia che si copre le orecchie può rappresentare la mente inconsapevole, che percepisce solo ciò che è in superficie senza ascoltare il significato più profondo delle cose. È una mente “caotica”, incapace di connettersi ai propri pensieri e sentimenti più profondi, e distratta da ciò che è effimero.
- La scimmia che si copre la bocca potrebbe simboleggiare la mente meditativa, quella che scopre l’importanza del silenzio interiore. In questo stato, smettendo di parlare, la mente comincia a sentire non solo i suoni esterni ma anche le vibrazioni più sottili del mondo e di sé stessa. È un invito a “ascoltare dentro”, oltre ciò che vediamo e sentiamo normalmente.
- Infine, la scimmia che si copre gli occhi può rappresentare la mente contemplativa, capace di andare oltre l’apparenza delle cose e di percepire una verità più profonda. In questo stadio, la mente è libera di osservare con chiarezza ogni parola e suono, senza esserne disturbata, come se fosse arrivata a una saggezza interiore che permette di vedere oltre la superficie.
Questa progressione — dalle orecchie, alla bocca, agli occhi — può essere vista come un cammino di trasformazione: dall’inconsapevolezza alla saggezza, attraverso la sospensione del giudizio e l’apertura a una percezione più profonda della realtà.

Un Simbolo Aperto a Nuovi Significati
Ovviamente, questa interpretazione delle tre scimmie è solo una rilettura simbolica e personale, che non ha fondamenti nella tradizione storica o religiosa. Però è interessante pensare che i simboli, a volte, possano assumere significati diversi a seconda di chi li osserva e del contesto in cui vengono interpretati. In questo caso, le tre scimmie possono offrire uno spunto di riflessione sulla nostra mente e sul nostro percorso interiore.
Se questa interpretazione ti ha incuriosito o fatto riflettere, ha comunque trovato un valore, anche se non è quello canonico. E chissà, forse proprio questa capacità di adattarsi e di stimolare nuove letture è ciò che rende certi simboli davvero “saggi”.
Linkografia
- Three Wise Monkeys
- Tōshōgū Shrine
- Sarutahiko Ōkami
- Symbolism in Buddhism
- Confucianism
- Monkey Mind (Buddhism)